venerdì 5 marzo 2010

La favola di Jò Falco e del Capitano Luce

Il Buon Dio stanco di vedere che molte cose non andavano per il verso giusto, un giorno decise di mandare un aiuto sulla terra per contrastare il potere arrogante e devastante del terribile Mafo.
Mafo era una forza subdola e oscura che si impadroniva del cuore dell’essere umano e lo faceva diventare cattivo, entrava nella vita delle persone e le rendeva infelici, le persone infelici diventavano a loro volta persone grigie e più passava il tempo da grigio chiaro diventavano grigio scuro scuro. Questo colore grigio cominciò dapprima ad invadere un lembo di terreno e con il passare del tempo si estese talmente tanto da arrivare da un continente all’altro attraversando i mari e i monti.
In soccorso delle persone buone arrivò in un bel giorno colorato Jò Falco, era un inviato molto speciale e attraverso il suo occhio di “falco” riusciva a trovare Mafo ovunque si nascondesse. Siccome il lavoro da fare era molto, Jò Falco si cercò un aiutante, lo trovò nel Capitano Luce il più audace e valoroso guerriero di luce in circolazione.
Jò Falco amava molto i bambini e tutto il suo lavoro aveva lo scopo di garantire loro un mondo senza Mafo.
“Omertà” spiegava, "non significa appartenere ad un gruppo ma permettere che Mafo continui ad agire invisibile a tutti".
L’inviato molto molto speciale aveva capito che il punto debole di Mafo era la luce, la chiarezza, difatti se tutti i bambini quando lo intravedevano o lo percepivano nell’oscurità lo chiamavano a viva voce e lo denunciavano “ Ecco Mafo, è lì che è nascosto “, egli indebolito si dissolveva per le grida cristalline che provenivano dal cuore buono e senza macchia dei bambini.
Jò Falco e il Capitano Luce avevano conosciuto strada facendo, molti amici impegnati come loro, nella lotta al perfido Mafo che con i suoi tentacoli sbucava sempre da qualche parte.
Ma loro lo trovavano sempre e ogni volta la battaglia si faceva sempre più difficile.
Un brutto giorno di maggio, Mafo riuscì a colpire Jò Falco.
Lo colpì così duramente che insieme a lui molte persone furono colpite e molti cuori furono spezzati.
Quel giorno le lacrime di molte persone, di tante brave persone, innaffiarono una piccola piantina che divenne improvvisamente un albero forte e maestoso, l’albero Falcone.
I bambini per parlare con Jò Falco vi appendevano i loro disegni, le loro lettere e poesie.
Lo spirito di Jò Falco che viveva nell’albero era ben lieto di rispondere loro e a volte anche un po’ si arrabbiava con chi lo piangeva troppo, a volte faceva cadere qualche fogliolina, a volte spostava un ramo, altre volte invece chiamava il suo amico Vento a soffiare nei capelli delle persone che si accostavano all’albero con il cuore gonfio di lacrime e sussurrava loro :”Io vivo, Io sono nelle vostre parole, nei vostri gesti, quando lottate, quando cadete, quando non avete forza di rialzarvi perché vi fa male il cuore e le ginocchia. Io ci sono. Io sono con voi".

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